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IL RUOLO DELLA DONNA NELLA SOCIETÀ ODIERNA

Le differenze tra l'uomo e la donna nella nostra società sono ormai molto evidenti. L'uomo e la donna oltre a essere diversi dal punto di vista biologico e fisico, ricoprono anche ruoli sociali diversi. Questa differenza di ruoli, si nota soprattutto nella divisione dei compiti, all'interno della famiglia. La donna solitamente ricopre un ruolo interno, cioè si occupa dei lavori domestici e dei bambini, mentre l'uomo un ruolo esterno, occupandosi ad esempio dei rapporti con la banca e della manutenzione dell'auto. La disuguaglianza tra questi due sessi, deriva però da una schematizzazione dei comportamenti, gusti e ruoli che la società ritiene siano adatti rispettivamente per l'uomo e la donna . Nella visione collettiva, anche se spesso non viene riconosciuto, sono profondamente radicati degli stereotipi sessuali, cioè ciò che è maschile, ciò che è femminile. Anche i bambini e le bambine fin da piccoli, vengono educati in modo che abbiano gusti adatti al maschio e adatti alla femmina. Il bambino deve giocare con le macchinine e i supereroi, mentre la bambina con le bambole. Questa categorizzazione di ciò che la società decreta sia adatto per l'uomo e la donna , porta spesso a una discriminazione di genere , molte delle volte di quello femminile, non permettendo così la parità di diritti e possibilità tra i due sessi. Come accade nel settore lavorativo, la donna non gode delle stesse opportunità , inoltre riceve uno stipendio minore rispetto a quello dell' uomo. Queste differenze tra l'uomo e la donna, non dovrebbero esistere nella società, perché siamo entrambi essere umani e quindi dobbiamo avere parità di diritti, possibilità e opportunità. Nessuno e superiore o inferiore all'altra, siamo tutti uguali. 


La nascita della proprietà e della famiglia monogamica non ha creato la dipendenza femminile, ma solo un suo specifico modo d’essere, quello giuridico, da non confondersi con la subordinazione sessuale e psicologica, che precede il dominio familiare e sociale del maschio. Si può retrocedere quanto si vuole nella datazione della sconfitta, ma alla fine si dovrà spiegare perché l’uomo sia sempre riuscito ad imporre il suo dominio sulla donna, e mai, se non occasionalmente, il contrario. La forza fisica, l’aggressività e l’attiva funzione sessuale maschile sono stati ragionevolmente i caratteri che hanno determinato questo tipo di rapporto sia nel campo della produzione che della riproduzione, mettendo capo ai due generi. Questa condizione naturale ha fatto da base al successivo dominio sociale maschile. 


"Siamo il Quartetto cetra (Angelica D’annibale, Virginia Frallicciardi, Melissa Flamini, Giorgia Lucarelli) e abbiamo deciso di parlare della parità dei sessi, poiché è un argomento di stretta attualità, ma che non sempre viene trattato nel modo giusto. Inoltre, essendo quattro ragazze, è un tema che ci tocca particolarmente.

Per raccogliere più informazioni possibili, come primo passo abbiamo svolto una ricerca in internet, dopodiché abbiamo raccolto fonti da un video preso sul web, in più abbiamo intervistato una signora anziana, perché ci sembrava avesse più esperienza.

Il diritto alle pari opportunità ha un’applicazione più teorica che pratica. L’uguaglianza tra l’uomo e la donna è un problema di carattere mondiale. La condizione della donna è sempre stata sottoposta a un trattamento meno privilegiato di quello dell’uomo. L’inferiorità della donna si vede da un punto di vista sociale ed economico, la sua esclusione da una serie di diritti e attività è motivata da ragioni prive di fondamento, quali l’inferiorità fisica o il ruolo predestinato di madre e domestica. Da pochi anni è comparsa la figura della donna in carriera, indipendente sia dal punto di vista economico che sociale.

La donna ha sempre avuto il compito della procreazione. Nonostante ciò, spesso lo Stato non si preoccupa di andare in contro alle neo-madri, concedendo loro un periodo maggiore di astensione dal lavoro e favorendo una migliore crescita dei figli.

Abbiamo visto un’intervista su Youtube (link: https://www.youtube.com/watch?v=RYCa5KzltmM), in cui vengono intervistate delle donne che svolgono dei lavori o degli sport prevalentemente maschili. Per esempio la prima donna fa pugilato e quando le viene chiesto cosa pensa della parità dei sessi, lei risponde che “la parità dei sessi è quando nessuno si permette di dire ‘tu quello non lo sai fare’”. Una donna non è discriminata, in realtà si sente in questo modo.
La seconda, invece, è autista di un autobus e racconta che i primi tempi che lavorava le facevano delle battute sul suo modo di guidare, dicendo che un uomo avrebbe fatto di meglio. Aggiunge che secondo lei la società si sta comunque evolvendo, ma che c’è comunque tanto lavoro da fare per eliminare questi pregiudizi. Secondo la donna c’è la parità dei sessi quando nessuno si pone il problema di chi sta facendo un determinato lavoro, ma già da uno sguardo si capisce che stiamo ancora indietro. Nel video viene intervistato anche un uomo, risponde che ognuno di noi ha dei diritti, che è giusto che un padre possa decidere di rimanere a casa con la propria famiglia senza che questo influisca sulla propria carriera, come è giusto che una donna possa fare lo stesso senza essere giudicata.
Per quanto riguarda l’intervista che abbiamo fatto alla signora Francesca, ci ha detto che anche lei come donna sogna di vivere in un mondo in cui ci sia la parità dei sessi. Parità che, ad oggi, non c’è. Ci ha fatto un esempio: sua figlia, pur lavorando 8 ore al giorno come il marito, nella stessa azienda viene pagata di meno, in quanto donna. In più, questa viene messa sotto pressione dal suo capo, e il suo impegno spesso non viene apprezzato. Inoltre ha aggiunto che la donna lavora sia dentro che fuori casa, occupandosi della famiglia, visto che la maggior parte dei mariti non aiutano e sono capaci solo di dare ordini.
La Costituzione Italiana, nell’articolo 3 comma 1, riconosce che “tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza discriminazioni di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali”, per capire come l’uguaglianza sia alla base dei principi della nostra società. Oggi la situazione è notevolmente cambiata, le donne dopo moltissime lotte sono riuscite ad ottenere il riconoscimento di alcuni diritti, primi su tutti quello di partecipare alla vita politica del Paese votando e di lavorare.
Ma noi siamo fiduciose, e ci impegneremo al massimo per cambiare le cose. In quanto donne? No, in quanto persone."

Combattere il sessismo
Quand’è dunque che la donna uscirà finalmente da questa invisibilità, e quanto dovremo aspettare se non agiamo in prima persona a favore di un cambiamento prospettico? 

Il sessismo è una forma di discriminazione che nasce dalla convinzione che un genere sia superiore all’altro. Tradizionalmente il paradigma maschile eterosessuale è quello che si è imposto, sia culturalmente che socialmente, come modello unanimemente accettato. Quando ci riferiamo al sessismo in genere intendiamo la prevaricazione dell’uomo bianco eterosessuale sugli individui di diverso sesso, genere, e/o orientamento sessuale.
Le conseguenze del sessismo si fanno evidenti in una parola che conosciamo bene, il maschilismo, e in un’altra che conosciamo meno, l’eteronormatività, che vuole l’eterosessualità come l’unico tipo di sessualità appropriata.
Maschio o femmina dunque?
Il genere sessuale è il primo elemento che ci identifica nel mondo quando i nostri papà e mamma ancora non ci conoscono. Il corpo e la sua espressione fisica ci definiscono. Quello che ancora non sappiamo quando nasciamo, però, è che la nostra vita si svilupperà all’interno di una cultura sessista, che discrimina e valuta in base all’appartenenza di genere. Il sessismo influenza i nostri modelli di comportamento e la nostra visione del mondo, dalla scelta dell’uovo di pasqua per i nostri figli al colore della nostra auto, dalla proiezione verso il nostro futuro professionale all’utilizzo del nostro linguaggio.

Già il filosofo e sociologo tedesco George Simmel nel 1911 parlò di sessismo. Egli sosteneva che il genere maschile, a differenza di quello femminile, non pensa a se stesso in termini di genere, dunque in quanto maschile.  Il genere femminile invece si muove in una posizione sociale svantaggiata e oppressa, ricordandosi sempre della sua condizione di femminile.
Le origini maschiliste della società occidentale patriarcale purtroppo non perdonano: se sei una donna, il mondo ti giudicherà in base all’assunto ‘non sei un uomo’.
Quello di cui non ci accorgiamo è che siamo tutti coinvolti nel processo di affermazione del sessismo, se non ci impegniamo costantemente per liberarcene. Dobbiamo sradicare i nostri pregiudizi di genere, partendo, magari, dall’eliminazione delle differenze retributive all’interno del mercato del lavoro. Come recentemente ha affermato Anuradha Seth, consigliere delle Nazioni Unite: "Non esiste un solo Paese, né un solo settore in cui le donne abbiano gli stessi stipendi degli uomini”. La sottostima del lavoro femminile è solo una delle cause che contribuisce al susseguirsi dello scenario sessista, ed è allo stesso tempo concausa dell’inferiore presenza delle donne nel mercato del lavoro, che interiorizzando un oggettivo svantaggio, decidono di sottostare all’egemonia maschile, o non riescono ad aggirarla.
Le donne invece possono e devono poter sognare di fare le dirigenti, le astronaute, o le registe. Combattere il sessismo è un obiettivo sempreverde
Unisco qua un Blog interessante riguardante il mio:

https://sonodonnadevoaverepaura.blogspot.com/2019/03/perche-se-sono-donna-sono-diversa.html

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