
Il 26 dicembre 1965 il Melodia, con la sua banda di amici, si ripresenta a casa Viola e dopo aver distrutto tutto e gravemente malmenato la madre, si porta via Franca. La ragazza viene tenuta prigioniera prima in un caseggiato isolato e poi in casa della sorella del Melodia, ad Alcamo stessa. ''Rimasi a digiuno per giorni e giorni. Lui mi dileggiava e mi provocava. Dopo una settimana abusò di me. Ero a letto, in stato di semi-incoscienza'', racconterà Franca.
Il 6 gennaio 1966 la polizia rintraccia il rifugio e riesce in maniera rocambolesca a liberare la giovane. Il Melodia viene arrestato con i suoi complici, ma conta evidentemente sul matrimonio “riparatore” che, come prevedeva la legge italiana, scagionava il rapitore che sposava la propria vittima.
Franca però rifiuta di sposarsi dando quindi avvio al processo, che si svolge nel dicembre del 1966. Il padre Bernardo decide di costituirsi parte civile malgrado le pressioni esercitate per dissuaderlo. L’attenzione di tutta la stampa locale e nazionale è altissima, sia perché è la prima volta che una donna sceglie di dichiararsi “svergognata” e sfidare le arcaiche regole di un “onore” presunto e patriarcale, sia perché in questa vicenda si ravvisa l’occasione di intaccare, almeno in parte, il potere della mafia. Il prezzo da pagare era altissimo: minacce, ricatti, l’opinione pubblica ostile, insomma una clausura stretta, con polizia fuori da casa giorno e notte e nessuna possibilità di lavoro per il padre. Ma la chiarezza della posizione di Franca risuonava come un monito a una società in movimento: “Io non sono proprietà di nessuno, nessuno può costringermi ad amare una persona che non rispetto, l’onore lo perde chi le fa certe cose, non chi le subisce”.

“Non ho mai avuto paura, non ho mai camminato voltandomi indietro a guardarmi le spalle. È una grazia vera, perché se non hai paura di morire muori una volta sola.”
L’attesa vendetta delle famiglie dei condannati, per fortuna, non arriva. L’arciprete di Alcamo predica che tutto quel baccano farà restare Franca “zitella”. Invece Franca si sposa il 4 dicembre del 1968 con Giuseppe Ruisi. Durante il processo il Melodia l’aveva minacciata, dicendole che se avesse sposato quell’uomo lo avrebbe ammazzato. Il matrimonio si svolge lo stesso, alla presenza di soli amici e famigliari.
Sulla sua storia così esemplare è stato persino girato un film, La moglie più bella. Il suo ruolo è interpretato da una giovane Ornella Muti.
Oggi Franca vive ancora ad Alcamo, ha avuto tre figli.
Filippo Melodia è morto, ucciso vicino a Modena. Alcuni dei suoi complici vivono ancora ad Alcamo. “Li incontro ogni tanto. Preferisco evitarli, ma se non riesco li saluto e loro mi salutano, quasi sempre abbassano gli occhi. Magari anche loro sono stati ingannati, magari quello lì gli aveva detto quello che poi ha detto al processo, che io ero d’accordo a sposarlo ma mio padre no”.
Ma nonostante il coraggio di Franca abbia fatto da apripista a molte analoghe denunce, affinché il ''matrimonio riparatore'' e il ''delitto d'onore'' escano dal codice civile come argomenti che legittimano la violenza sulle donne, si dovrà aspettare il 1981.
(DELITTO D'ONORE)
Commenti
Posta un commento